VERGINE - IL PROGETTO DEL SOLE 
Periodo: 23 Agosto- 22 Settembre 
Segno: mutevole 
Elemento: Terra 
Domicilio: Mercurio 


Dopo la fase di “onnipotenza leonina”, in Vergine il soggetto deve riconoscere i propri limiti, riconoscendo le proprie potenzialità in modo realistico. 
La Vergine è un segno mobile, di terra, femminile e dominato da Mercurio: si pone alla fine dell’estate quando la terra è arrivata al culmine della sua produzione e mette a disposizione ciò che è stato seminato nei mesi precedenti. E’ un periodo di duro lavoro perché il terreno deve essere preparato per affrontare il periodo più freddo e parte del raccolto deve essere conservato per quando la produzione sarà più scarsa. 
Tutto questo ci fa comprendere il carattere laborioso di chi nasce in tale segno che sa assumersi la responsabilità dei propri impegni portandoli avanti con spirito di sacrificio, lavorando alacremente per un benessere che non sarà soltanto il suo. 

E’ il secondo segno di Terra, una terra che ha già lavorato, più matura rispetto a quella del Toro ma che, come tutti i segni di questo elemento, lo spinge a cercare risultati tangibili.
La Vergine è dunque un segno razionale, concreto, efficiente, stabile, che ha bisogno di certezze ed è poco propenso a lasciarsi andare ad astrazioni e teorie che non abbiano un fondamento logico, comprensibile, attuabile. 
Il suo pianeta governatore è Mercurio, lo stesso che protegge i Gemelli ma che in Vergine assume un aspetto meno legato alla comunicazione ed alla socialità ,ma diviene più pragmatico ed indirizzato all'efficienza nel lavoro. 
Mercurio è il messaggero alato, colui che porta agli umani le istanze degli Dei, e appunto per questo comanda la comunicazione, gli scambi e le elaborazioni mentali; e per la Vergine più che la comunicazione sono importanti i ragionamenti, le deduzioni, l'organizzazione, l'attenzione alle piccole cose, il discernimento, la concretezza, il lavoro ben fatto e la riflessione. 

Qui Mercurio ha una connotazione più introversa, rispetto a quello dei Gemelli ed ama analizzare, ponderando ogni informazione che riceve, soffermandosi spesso più sui particolari che non sulla visione d'insieme. La mente della Vergine è sempre attiva e pronta a registrare qualsiasi cambiamento avviene attorno a sé, ma la sua capacità di osservazione nasce anche dal bisogno di aver il controllo costante sulla realtà circostante. 
Il dominio della sfera mentale è presente in quasi tutte le sue attività ma questo non vuol dire che non metterà anche il cuore in quello che fa, la Vergine è anche il segno del “servizio” ossia del sapersi dedicare agli altri con generosità e senso di abnegazione, dono spesso presente nelle persone che hanno valori astrologici in correlazione a questo segno. 

Il Mito relativo al segno della Vergine racconta del ratto di Persefone, il cui nome vuol dire letteralmente "portatrice di distruzione”, ma anche “ fautrice di una nuova vita”.
 Persefone era la figlia di Demetra, la Dea della terra e quando comincia la storia ella è immersa nella realtà beata dell'Olimpo, gioca coi fiori, non ha ancora una reale coscienza di sé vivendo in legame simbiotico con la madre e la sua missione e la sua identità non sono ancora costituite.
Giove, in accordo con Ade, dà l'assenso al rapimento, mentre Demetra è assente. A niente valgono le sue grida quando si accorge del rapimento della figlia, il cui viaggio terminerà nell'Averno, regno dell'oscurità. Plutone, ovvero Ade si presenta senza alcuna dolcezza o riguardo per Persefone che fino ad allora aveva vissuto soltanto la realtà meravigliosa dell'Olimpo, lì gli Dei non conoscevano né morte né dolore, vivevano immersi in una realtà radiosa che nulla sapeva della realtà dell'ombra: la realtà di Ade.
Ades infatti etimologicamente significa “l'invisibile”, ciò che non si può osservare, ed il suo regno è quello dell'oltretomba, la realtà più profonda dove la luce del sole non può arrivare. 

La figura di Persefone rappresenta l'anima che per arrivare ad una realizzazione cosciente deve fare una sintesi. 
Nel mito Demetra, adirata con Giove e con tutti gli Dei, fece seccare le messi, e abbandonò l'Olimpo per recarsi ad Eleusi mentre gli altri Dei per evitare la catastrofe chiamarono in aiuto Mercurio, il quale in qualità di messaggero dell'olimpo si recò da Ade per chiedere di lasciare libera la fanciulla.
 Ade acconsentì ma prima di lasciare Persefone le infilò in bocca un chicco di melograno, il frutto dell'Averno, frutto che nella sua struttura rappresenta la conoscenza della legge totale nel particolare essendo formato da tanti piccoli grani distinti inseriti nel frutto. 
Metaforicamente, essendo la Vergine un segno di analisi, il suo compito è quello di sviscerare il particolare dal totale e Persefone, avendo mangiato il frutto dell'Ade, sarà costretta a tornarvi per sei mesi l'anno, mentre per altri sei mesi potrà dimorare nell'Olimpo. 
La funzione della giovane Dea sarà quella di collegare il mondo dell'ombra, che simboleggia l'inconscio, con il mondo superiore; è così rappresentata la capacità di affrontare l'ombra portandola alla luce: lo sguardo di colei che avendo affrontato l'ombra, aveva realizzato se stessa. 
L' oltretomba quindi simboleggia il mondo dell'inconscio: l'ombra fa paura ma chi osa intraprendere un viaggio nel profondo di se stesso rinascerà a nuova vita come gli antichi iniziati di Eleusi, per poter tornare arricchiti nel mondo dello spirito dopo aver operato una sintesi tra luce ed ombra,” Olimpo ed Ade”, tra vetta e profondità. 

Mercurio, il pianeta dominante del segno della Vergine è altresì chiamato “psicopompo”, ossia accompagnatore delle anime dei morti e svolge una funzione di collegamento facendo da messaggero tra mente e cuore, donando al segno la capacità di “sviscerare” le cose per portarle alla luce di una nuova coscienza integrata. 
La Vergine possiede molteplici qualità ma prima di poterle esprimere con equilibrio dovrà imparare a prendere più confidenza col suo mondo interiore, con le sue emozioni ed i propri desideri più profondi. 
Dovrà inoltre trovare i propri valori personali ed esprimerli con sicurezza e profonda fiducia, anche se questi potrebbero essere diversi da quelli collettivi. 
Solo allora, potrà veramente essere se stessa, caratterizzata come sempre da grande intelligenza e spirito critico, utilizzati per il bene comune e collettivo; precisa ed efficace in ogni lavoro ma non più identificata solo con quello che fa. 
Avendo preso consapevolezza del proprio valore, che risiede nella totalità del suo essere, nella sfera mentale come in quella emotiva ed affettiva, ed avendo riconosciuto anche i propri reali valori individuali, potrà a questo punto, finalmente lasciarsi andare e concedersi di essere ciò che è, senza aver più bisogno di dimostrare al mondo ciò che sa fare, ma semplicemente mostrandosi per ciò che è manifestando con gioia i propri doni, che se vorrà, potrà mettere anche al servizio della collettività.